Suoni di fondo – la Radio Uabab
di luca chiarei

Chi segue questo blog sa che da tempo la mia ricerca è focalizzata su quello che chiamo i “rumori di fondo” che accompagnano la nostra quotidianeità. Rumori molto silenzosi, come il traffico di una città di cui non ci si accorge più della sua presenza, ma che allo stesso tempo fa si che ci si adatti all’inquinamento che produce e allargando l’esempio alla guerra poco fuori casa, allo sfruttamento del capitale, alle macro ingiustizie dell’economia ecc.
Allo stesso tempo oltre a guardarmi in giro e leggere, spesso ascolto musica senza esserne esperto e senza conoscerla, come fa la stragrande maggioranza delle persone ma, come per molte altre della mia generazione (gli anni 60), la musica è stata parte importante della mia formazione personale. Da sempre la ascolto, dal 45 giri al mp3 e quando è possibile dal vivo: per ragioni anagrafiche la mia iniziazione si è consumata con il cantautorato italiano, Guccini e De André su tutti, e poi il jazz di Charlie Parker, Monk, Zawinul e Trovesi e Fresu per stare in Italia; Il rock di Lou Reed, Velvet underground, Nico, i primi U2 e Bob Dylan, PFM, Banco, Area…la musica indipendente…
Con gli anni ho compreso che anche la musica come tutte le arti si distingue tra quella che si sente con la pancia e quella che si ascolta con le orecchie e con la mente e che, forse più di altri prodotti dell’industria culturale, ad orientarne i consumi sono le regole e le proposte del mercato. Per questo ho sempre cercato situazioni, canali, riviste, radio e trasmissioni che mi facessero incontrare proposte nuove e intelligenti.
Frequentando trasmissioni storiche come Battiti di Radio 3, siti come aplacetobe di Paola de Angelis, ho incontrato la radio Uabab, curata da Borguez. Radio Uabab è una web radio che settimanalmente propone l’ascolto di brani musicali attinti dai vari generi della contemporaneità, il cui filo rosso mi è apparso essere la ricerca e la tensione degli autori alla comunicazione e alla riflessione sulla realtà di un mondo sempre più dolente. Se esistono i rumori di fondo, ecco, questa Radio ne trasmette il suono e per questo ho voluto saperne di più…
Ho così contattato l’anima di questa esperienza, borguez (pseudonimo di Marco Borghesi), per fargli alcune domande su questa esperienza. Lo ringrazio davvero di cuore per la sua disponibilità e fiducia accordatami, visto che ci conosciamo solo attraverso la rete (che è comunque una dimensione del reale, ma questa è tutta un altra storia…)
- cominciamo da una curiosità: perché il nome uabab? che significa, se significa qualcosa?
Uabab è semplicemente la parola babau al contrario! Babau, oltre ad essere il mostro immaginario di origine folklorica, è stata per molto tempo una parola familiare con cui scherzavo e giocavo con la figlia piccola della mia compagna. L’amore mai coltivato abbastanza per l’enigmistica, i palindromi e la linguistica bizzarra mi hanno fatto leggere a rovescio quella parola fino a farla suonare originale e dal sapore vagamente arabo. In più c’era il desiderio di dare alla radio un titolo privo di significati particolari!
- La radio uabab nasce nel 2012 e se non sbaglio trasmette dall’emilia romagna; c’è stato un percorso che ha portato alla nascita di questa esperienza, che mi pare longeva per questi tempi, oppure è stata una idea che si è accesa quell’anno? con quali motivazioni?
La radio uabab è nata in seno all’esperienza condivisa con altri amici all’interno del palinsesto di Radio Sonora, una web radio del comprensorio romagnolo. Inizialmente si è trattato di una trasmissione collettiva dalla quale successivamente mi sono distaccato per dar vita ad un’esperienza solitaria che sin dall’inizio ha preso la forma che ha mantenuto in tutti questi anni. Iniziando appunto nel 2012 ho deciso di dedicarmi alle uscite discografiche di stretta attualità, scegliendole e presentandole seguendo i gusti e le preferenze personali. La passione per la radio in tutte le sue forme mi accompagna sin dall’infanzia, inizialmente come assiduo ascoltatore per poi, a più riprese, giungere ad una modalità fattiva che appunto dal 2012 prosegue ininterrottamente.
- Le tue proposte musicali sono presentate in maniera sempre articolata. Mi chiedo quale sia l’elemento che ti fa selezionare un brano piuttosto che un altro, all’interno di una offerta musicale che a me pare sconfinata. E’ un lavoro individuale o c’è una comunità alle tue spalle?
La radio uabab e i due blog (www.borguez.com e http://www.borguez/uabab) che l’hanno preceduta e le hanno dato sostanza sono gestiti in maniera completamente solitaria. Per molto tempo ho registrato le puntate della radio presso lo studio di Radio Sonora con l’ausilio tecnico e conoscitivo di Gianni Gozzoli che al tempo gestiva la radio. Negli ultimi due anni invece ho iniziato a registrare, editare e produrre le puntate in modalità completamente casalinga. Per quanto riguarda le scelte musicali direi che hanno come unica prerogativa il gusto personale. Per dirla meglio non trasmetterei mai musica che non abbia incontrato il mio gradimento, il mio interesse o non abbia stimolato la mia curiosità. Sempre mantenendo fede alla regola non scritta che mi sono dato di esplorare l’ambito delle uscite discografiche di stretta attualità. Uscite discografiche che come ben dici sono sconfinate e che continuo a seguire e a vagliare fidandomi del mio gusto personale (e del resto come potrei fare altrimenti!). In effetti è un esercizio che richiede moltissimo tempo ma che è nutrito e sostenuto da una passione che per fortuna non accenna ad esaurirsi.
- RadioUabab propone generi musicali a 360 gradi all’interno dei quali si propone l’eccellenza. Dunque il gusto personale che fa preferire un brano anziché un altro dovrebbe essere superato da un ascolto ragionato? E’ questa la filosofia della radio uabab?
Se esiste una filosofia si potrebbe riassumere nella risposta precedente. Diciamo che oltre a trasmettere la musica che piace a me cerco di trasmettere la musica che mi piacerebbe scoprire dalla radio se mi limitassi ad essere solamente un ascoltatore (il ragionamento pare capzioso ma ha una sua logica).
Per quanto riguarda il concetto di “eccellenza” lascio al gusto personale di ciascuno la valutazione del gradimento rispetto a ciò che propongo. Sono un ascoltatore onnivoro e mi piace spaziare in diversi ambiti musicali, solitamente non ho preclusioni ma ho anch’io gusti come tutti e spero che dopo quasi 350 puntate della mia trasmissione si possa individuare facilmente cosa preferisco e cosa no.
L’ascolto ragionato ed il gusto personale procedono nel mio caso di pari passo, cerco sempre un vantaggioso compromesso fra queste due parti al fine di realizzare scalette per me interessanti (magari dedicando le puntate, di volta in volta, ad ambiti omogenei).
- La proposta della radio ha come premessa il superamento del concetto di genere musicale? Sbaglio se dico che comunque ci muoviamo nell’ambito della contemporaneità? Non mi pare di avere mai sentito musica classica, lirica, da camera ecc.
Il concetto di genere musicale è spesso vago ed impreciso soprattutto da qualche decennio a questa parte, ma se si decide di provare a descrivere la musica trasmessa qualche definizione si dovrà pur dare. Ma in genere provo ad evitare la parola “genere”!!! Ma la contemporaneità, sia da un punto di vista di stretta attualità sia come ambito musicale, è di certo lo spazio che prediligo: è la continua ricerca della risposta alla domanda “dove va la musica?”. E per provare a rispondere a quella domanda provo ad esplorare i molteplici incroci che si formano continuamente nella musica contemporanea. Jazz, avanguardia, elettronica, pop alternativo, canzone, musiche del mondo, sperimentazione, ricerca: tutti questi ambiti costituiscono il mio terreno di ascolto. La musica classica e in generale ciò che viene definito musica colta rappresentano sicuramente parte dei miei ascolti ma ho una certa reticenza nel trasmetterle perché non credo di avere le competenze tecniche per poterle descrivere non avendo fatto studi musicali. Inoltre credo che il palinsesto di Radio3 rappresenti, per quanto riguarda la musica classica, una vera e propria oasi di cultura e conoscenza e credo sia giusto sintonizzarsi su quelle frequenze se si desidera ascoltare musiche straordinarie e curatori competenti.
A questo punto non resta che ascoltarla e seguirla. La trovate su tutte le principali piattaforme di podcast, altrimenti ai link che ho inserito nel testo.