la storia non schiva
di luca chiarei
A volte le vicende collettive cessano di essere uno sfondo lontano da osservare, anche se ne sei solo sfiorato e c’è il lieto fine, e diventano reali come nessuna narrazione potrà mai rappresentare. Quando questo succede è per me inevitabile domandarmi quanto il giudizio politico che possiamo avere su eventi, come quelli di Parigi, siano parte di noi, oppure riflessioni solo intellettuali; quanto siano condizionati dalla lontananza e quanto potrebbero cambiare se le distanze venissero meno. Il mio modo di intendere l’impegno politico ha sempre cercato di tenere insieme questi due aspetti ma mai come in questa occasione ho sentito stridere tra loro mente, pancia e cuore. La notte di Parigi, come le notti di Baghdad, Damasco, Tunisi, Egitto, Nigeria…sono ancora molto, molto lunghe, da passare
la storia non schiva non lascia
la presa la caviglia
non rispetta l’orario
quello giusto per passare
è un ritmo un cuore a pompa
che spara che svuota
le ossa e poi pensare
da bomba in bomba da testa in testa
da decapitare
da giugulare a società per azioni
da scempio a cambio del
dollaro da satellite alle
internazionali relazioni
e poi per quindiciminuti è tutto
nella tua bocca e stomaco e notte
di una guerra indivisibile
occidentale
…ho saputo di tua figlia. Chissà al rientro come l’avete abbracciata forte! Egoisticamente vorremmo che la Storia risparmi le persone a noi più care, ma non è così. La Storia, come il caso, sfiora o colpisce, ma sempre ci tocca…un noi imprescindibile
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Complimenti, Luca. Questa volta ti sei spinto oltre la minuta e sensibile visione della tua ricerca poetica. Particolarmente riusciti gli ultimi versi. Mi sorprende solo il fatto che tu chiami storia quel che altri chiamerebbero vita, esistenza, realtà. Ma forse la pensa così anche il anche il Dalai Lama, infatti disse che non viviamo in clima di pace ma di non guerra… Si potrebbe obiettare che se fosse storia tutte le circostanze sarebbero prevedibili.
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