Ho partecipato nella giornata di Sabato scorso all’incontro “Esiste la ricerca” promosso da quell’area di poeti, post-poeti, artisti multi disciplinari che si riconoscono, in ambito letterario, in una dimensione di ricerca formale e di contenuti non convenzionali. Una area animata non solo da artisti singoli ma anche da case editrici, centri di scrittura, piccole librerie indipendenti, associazioni di promozione culturale e soprattutto blog e siti sulla rete.

Atto di nascita a detta di molti è il libro, edito nel 2009 dalle edizioni Le Lettere e ristampato nel 2020 da TIC edizioni, “PROSA IN PROSA”, nel quale un gruppo di autori si univa, all’interno di una cornice comune, per sperimentare, con le parole del prefatore Paolo Giovannetti, “Installazioni prosastiche della poesia”. Il risultato è estremamente interessante e segna senz’altro un punto di scarto con la poesia scritta e edita fino a quel momento.

Per saperne di più rinvio a questo link dove troverete un saggio di Davide Morelli pubblicato su Poliscritture nel 2021 che approfondisce efficacemente la storia e la realtà di questa “corrente” nei propri punti di forza come, dal punto di vista dell’autore, nei propri limiti. Ho anche provveduto ad aggiornare la pagina di questo blog dedicata ai link da me frequentati con i principali che si rifanno esplicitamente a queste esperienze di ricerca. Altri se ne aggiungeranno.

Il tema delle comunità è stata la molla che mi ha spinto a partecipare all’incontro perché in ambito poetico è molto difficile incontrare qualcuno, più di uno, che si pone il problema di un noi storico, non solo in ambito politico ma anche in una dimensione collettiva dell’espressione poetica, o post-poetica che sia. “Più che la sovversiva promessa di felicità, la poesia, se si porta ai propri confini, riafferma l’esigenza che gli uomini raggiungono il controllo, comprensione e direzione della propria esistenza.” Franco Fortini – Sui confini della poesia. E’ questo un aspetto per me centrale che solo in pochi momenti e con esiti contraddittori, sono riuscito a incontrare e vivere.

un momento dell’incontro a Roma

Delle comunità si sono evidenziate sia le potenzialità, quali poter incidere sulla cultura generalista dominante nel momento in cui si rendono visibili gli obiettivi e la visione, sia i limiti di una concezione autoreferenziale e autogratificante per gli aderenti che tenderanno ad escludere chi non vi appartiene direttamente. Su tutta la discussione si incrociavano in maniera trasversale due temi a mio parere importanti:

  • quello della critica, ovvero quali strumenti possiamo adottare per vagliare le scritture provviste di valore aggiunto rispetto a quelle che non lo sono, preso atto dell’ipertrofia ridondante di testi e di autori che agita il mondo della scrittura;
  • quello di un coordinamento reale e sostegno tra le realtà maggiormente impegnate su questo “fronte” per valorizzare il “peso” specifico dei testi e degli autori oggi di riferimento.

Parte della discussione, molto interessante, si è concentrata anche sull’uso della rete oggi fondamentalmente al servizio del business. Oggi che la rete è ideologicamente dominata da una cultura fascista e suprematista è sempre più importante usare i social per indirizzare gli utenti fuori da essi, dove è ancora possibile un uso disfunzionale della rete: ad esempio privilegiare il contenuto prima delle strategie per attirare l’attenzione su esso.

Credo che al di la delle dimensioni, questa piccola realtà sia significativa nel panorama della cultura italiana, se non altro per la materiale collocazione al di fuori dell’industria culturale delle librerie generaliste e degli autori “classici” standard che si trovano in ogni scaffale di poesia. Alimentare la ricerca in fondo, al di là degli esiti che produce, significa alimentare una dialettica per la quale mettere sempre in discussione il proprio percorso, convinzioni, modalità comunicative. Non è poco e per questo e non solo tornerò a parlarne.

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Una replica a “ESISTE LA RICERCA, ESISTE…”

  1. Avatar Annamaria Locatell
    Annamaria Locatell

    una riflessione sconvolgente e lucidissima. Grazie

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