una nuova pagina nel blog

Come ho scritto in altri parti di questo blog sono arrivato alla convinzione che oggi, nonostante la quotidianità ci obblighi ad affrontare una infinità di problemi ai quali la politica raramente riesce a dare risposte, la questione centrale è quella della guerra in corso tra Russia e Ucraina da oltre 500 giorni, che tutto è tranne una questione locale. In una sorta di rimozione collettiva l’opinione pubblica si è assuefatta anche a questa realta per la quale stiamo cadendo (o ci siamo già?), in una nuova guerra mondiale, che sarà combattuta in maniera certo non “convenzionale” e nella quale questa volta non continueremo a fare gli spettatori ma diventeremo attori e bersaglio.
Come ogni guerra che si rispetti anche questa si fonda su una propaganda che del problema vede solo gli aspetti retorici: in nome della difesa dei “valori” (l’occidente ha ancora valori da insegnare? il rispetto della vita dei migranti in mare? l’astensione di massa che attanaglia le nostre democrazie?) inviamo armi ad una parte in causa, che della trattativa e della pace non ha alcun interesse o se ne ha è subordinata ad una improbabile, se non utopica, vittoria. E pazienza per i danni collaterali della gente che continuerà a morire da entrambe le parti, in divisa o meno.
Parlare di guerra oggi vuol dire riferirsi a quella russo-ucraina; parlare di guerre significa non rimuovere le decine di conflitti locali che continuano a distruggere e uccidere in scenari marginali rispetto alla centralità presunta dell’occidente. Il tempo trascorso evidenzia che a meno una delle parti in causa non opti per la escalation nucleare, eventualità mai come oggi possibile che si realizzi, la guerra russo-ucraina è diventata di atrito, di stallo, nella quale offensive e contro offensive non sbloccano in alcun modo la situazione. Chissà se qualcuno che all’inizio del conflitto immaginava, da entrambi i punti di vista, soluzioni stile “guerre del golfo” oggi rivede criticamente la propria posizione.
Penso che oggi la questione centrale sia arrestare l’effetto domino che il conflitto in Ucraina può generare, e comprendere le ragioni storiche che hanno determinato l’attuale situazione (che non significa, lo ripeto per l’ennesima volta, giustificare l’aggressione dell’Ucraina).
Sono questioni estremamente complesse alle quali non giovano semplificazioni propagandistiche bensì approfondimenti razionali che considerino tutti i fattori in campo e il contesto geo-politico. In questo senso ho trovato i saggi contenuti in “Lezioni Ucraine” della rivista Limes fondamentali per la comprensione e per approccuare una possibile soluzione politica.
Per questo, per quello che vale, ho deciso di costruire una pagina nel mio blog nella quale inserire tutte le iniziative, riflessioni, azioni che condivido e che si muovono contro la guerra. Non cercate una coerenza interna a quello che vi proporrò: dalla realpolitik alla geopolitica, dalla diserzione dei soldati agli appelli alla mobilitazione fino al sostegno all’obiezione di coscienza dei giovani di tutti i paesi coinvolti… tutto quello che aiuta a restare umani qui avrà visibilità.

Lascia un commento