ancora …seguo piuttosto il filo
di luca chiarei
…seguo piuttosto il filo delle parole le tue
il ricalco dell’ago che ricuce
tra la pelle e mente gli scismi
sotterranei che scava l’acqua
…seguo le impronte del calore
sotto le lenzuola scanso
gli spigoli e le ombre
delle cornacchie che
ci chiedono come va
intanto quello che sento lo lascio
scorrere verso te
…poi riprendo a contare
dividere le volte quando mi sono perso
scorrendo il filo delle coincidenze
sono le strade che conosco bene
che mi chiedono una emozione in saldo
la liturgia dei like
non posso voltarmi avanti
l’aria è un lavoro precario
…la poesia segue un percorso molto intimo e sofferto, con strappi da ricucire, cornacchie da ignorare, ma, come in un labirinto,: “…seguo le impronte del calore/ sotto le lenzuola”, va oltre gli ostacoli, i ripensamenti, le paure e condivide: “intanto quello che sento lo lascio/ scorrere verso te”. Colpisce la grande cautela nel rapporto a due, come fosse un bicchiere di cristallo che facilmente potrebbe infrangersi…E i versi finali lasciano con il fiato sospeso: “Non posso voltarmi avanti/ l’aria è un lavoro precario”. Una poesia d’amore molto delicata
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Ti ringrazio Annamaria per l’attenzione che hai avuto per questi miei versi. Hai colto il senso di quello che volevo trasmettere: la fragilità, la precarietà che attraversa le nostre relazioni anche amorose e la necessità di curarle con la massima attenzione, con delicatezza appunto…
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Minacce di afasia e perdita di futuro ” non posso voltarmi avanti ” in questa tua ottima poesia, Luca.
“l’aria è un lavoro precario” dove “l’aria” è vivere e “precario” assume valenze sociali; ma vivere è stare nell’insicurezza, altrimenti si andrebbe sempre per “le strade che conosco bene”, e questo non sarebbe vivere. Anche nella migliore delle società possibili.
Le tue poesie sono per me sempre riconoscibili per quel senso di sospensione che sai immettere nel linguaggio, come appartenenti a un tempo interno; si percepisce il disagio, la continua necessità di dover scegliere, cosa evitare e cosa trattenere… è poesia esistenziale, di solitudine pubblica – ma non privata e narcisistica come spesso capita di leggere – minimalista ( si è detto tanto e da più parti del minimalismo lombardo) sì, ma di indiscutibile dignità. Complimenti.
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Mi piacerebbe avere la tua capacità di leggere le poesie degli altri con tanta attenzione e impegno, ma purtroppo non ho questo talento. Nel tuo commento hai colto, aiutandomi anche ad aumentare la consapevolezza, quello che sento come elemento caratterizzante la nostra contemporaneità: l’impossibilità di pensare in maniera sensata il futuro. Farlo comunque è uno sforzo al quale non mi sottraggo, un impegno che riesco a praticare solo con un atteggiamento di incerta sospensione. Del resto che scrivi non posso che prenderne atto stupito per tanta considerazione e ringraziarti di cuore.
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