fogli di carta…4…

burri-legno-1959

Alberto Burri – Legno 1959 da http://www.internetting.org

Giacomo Leopardi “Operette morali” Bur edizioni 2008 – 15/7/2015

> Franco Gesualdi “Le catene del debito e come possiamo spezzarle” (Feltrinelli editore)  – 16/6/2014

Franco Gesualdi è un ex allievo della scuola di Barbiana che anni fa ho avuto modo di conoscere anche personalmente. Per sapere meglio di che cosa parla potete trovare un articolo qui. 

Perchè consiglio di leggerlo? perchè l’economia non è solo degli economisti: se oggi la discussione intorno ad essa non assume un preciso punto di vista, che per me è quello dei cittadini e dei lavoratori, e ad esso non gli diamo un peso specifico preciso, da questa crisi non se ne uscirà. Poesia civile cercasi…next generation di poeti precari, in part-time verticale, a chiamata, in somministrazine, a progetto se ci siete fatevi avanti…o sono io che non vi vedo…?

> Fritjof Capra- Pier Luigi Luisi / Vita e natura. Una visione sistemica” ABOCA editore – 8/6/2014

Di che cosa tratta questo libro lo trovate al seguente link

http://www.poliscritture.it/2014/06/06/scienza-e-natura-una-conferenza-di-frjtio-capra/

dove se ne discute anche. In questa sede aggiungo che F.Capra l’avevo letto all’incirca 30 anni fa, in paarticolare il famoso “Tao della fisica” e “Il punto di svolta” e non posso negare che in quegli anni avevano entusiasmato la mia ricerca di un pensiero ecologico “radicale”, nel senso di un modo diverso di interpretare la realtà industriale, allora non ancora post.

Oggi passati i facili entusiasmi (quelli difficili sono rimasti…) sono rimasto nuovamente colpito dalla visione di una rete del vivente i cui elementi fondamentali (carbonio,idrogeno…) sono distribuiti nei vari punti (l’uomo, l’albero, l’animale, la pietra…ma anche le istituzioni…). Mi è venuto quasi “spontaneo” incrociare l’idea di rete a trama fitta con le ricerche sui neuroni specchio scoperti alla fine degli anni 80 dal famoso gruppo di neuroscienziati di Parma (Rizzolati, Gallese, Iacoboni ecc…). So bene che la ricerca non ha ancora definitivamente sciolto il dubbio se i neuroni a specchio esistono effettivamente nell’uomo (ma nei nostri progenitori scimmie pare proprio di si). In ogni caso l’empatia nei confronti della natura trova in questa teoria  un fondamento oggettivo e scientifico. Penso all’empatia per il quale un poeta si sente parte della creazione/evoluzione, non solo per ispirazione ma anche per propria natura oggettiva, uguale in potenza a quella di tutti gli uomini.

Quello che in questi anni sto cercando è proprio scrivere in quest’ottica, senza ovviamente riuscirvi, rifiutando le facili scorciatoie del poeta che fa le lamentazioni sul mondo inquinato. Che va certamente bene ma non è sufficiente a capire perchè abbiamo sviluppato uno sviluppo economico che inevitabilmente confligge con le risorse rendendole inevitabilmente scarse per la grande maggioranza delle pesone. Il poeta su questo dovrebbe scrivere facendo vedere le cose da un altro punto di vista. Intanto continuo a cercare…

> Carlo Rovelli “La realtà non è come ci appare” Raffaello Cortina Editore 30/08/2014

A partire dal titolo gli indizi che si parli di fisica non sono molti ma non appena comincia la lettura dubbi che sia la fisica e la storia delle teorie e la discussione attuale al centro del testo svaniscono.
Quello che spiazza in questo libro e che giustifica il titolo è che si parte dal primo sguardo che la riflessione filosofica ha rivolto al mondo reale (dalla scuola di mileto a Anassimandro, Talete e poi Democrito…) per arrivare all’illustrazione delle teorie della relatività, della fisica quantistica fino alla teoria delle stringhe passando per tutti gli incroci che il pensiero scientifico ha con le scienze umane. In alcuni passaggi ho pensato di avere a che fare con un saggio filosofico e, ritornando al titolo, che poteva prestarsi anche per intitolare una accattivante raccolta di poesie sul tema…

La forza e credo anche la fortuna di questo libro sta proprio nel fatto che mette tutte queste cose insieme: l’intuizione e il procedimento scientifico basato sull’oggettività della sperimentazione, non in modo generico o spiritualista stile new age, ma con documentata precisione. Il tutto con uno stile divulgativo che permette anche ai non addetti ai lavori di comprendere le questioni più complesse, i nodi, il dibattito che oggi attraversa la fisica ma anche l’epistemologia della scienza.

In che senso dunque questo libro ha aggiunto qualcosa a quello che pensavo e ero prima di leggerlo? Se in molti casi è vero che la poesia nasce anche da una visione della realtà che ognuno si costruisce man mano nella vita, solitamente si ritiene che ciò sia alimentato dall’intuizione, la sensazione e secondo una certa vulgata dall’emozione, che ci farebbe arrivare ad altri punti di vista non convenzionali. Con Rovelli si fa una specie di percorso al contrario nel senso che a partire dalle speculazioni dei filosofi greci, da Democrito a Talete passando poi per Dante Alighieri fino ad arrivare ai padri della fisica quantistica, si arriva a quella conoscenza scientifica che rimette in discussione le nostre idee di spazio e di tempo che a ben guardare sono le principali convenzioni universalmente accettate.
Lo spazio diventa “…un pullulare fluttuante di quanti di gravità che agiscono l’uno sull’altro e tutti insieme agiscono sulle cose, e si manifestano in queste interrazioni come reti di spin, grani in relazione l’uno con l’altro”;
il tempo, ad esempio un evento come l’urto tra due sfere sul tavolo di un biliardo sono “…campo gravitazionale,” dentro “il <mollusco> di Einstein…tutto è immerso nel grande mollusco: pensate di ritagliarne una piccola porzione finita, come un pezzo di sushi,che comprenda l’urto e quanto è intorno ad esso.(…) non è un processo nel tempo,…, è esso stesso lo svolgersi del tempo”.
Dunque il cerchio in qualche modo si chiude nel senso che il pensiero scientifico restituisce alla poesia il compito di raccontarla questa realtà “granulare” che ci avvolge nella sua non convenzionalità e mistero. Magistrale il capitolo finale, una sorta di elogio dell’incertezza contro le verità ultime oggi in voga, che si chiude non a caso con i versi di Mario Luzi
“e seguita,
seguita a pullulare morte e vita
tenera e ostile, chiara e inconoscibile.
Tanto afferra l’occhio da questa torre di vedetta.”

M.Luzi Dalla Torre – “dal fondo delle campagne” Einaudi 1965