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Tag: sinistra

Transazioni

Füsun Onur – once upon a time Biennale Venezia 2022

“Un uomo felice” è il titolo di un film francese uscito recentemente in Italia che “affronta” il tema della transizione di genere all’interno di una coppia con tre figli adulti e piuttosto avanti con gli anni. Metto le virgolette perché questo film si pone ad un livello molto superficiale di analisi e narrazione, sbilanciandosi più sul fronte della macchietta che della problematizzazione del tema. In ogni caso questa non è una recensione del film.

Se ne parlo non è per consigliarlo ma solo perché mi pare essere una utile cartina di tornasole di una tendenza sociale e culturale che, nella rivendicazione giusta dei propri diritti individuali, corre il rischio di farsi sfuggire questioni, perlomeno di altrettanta importanza, che hanno a fare con le condizioni materiali della vita. La trama è molto semplice: da una parte la vicenda personale che attraversa la vita della coppia di cui sopra, dall’altra la vicenda politica di una campagna elettorale nella quale i protagonisti sono a vari livelli impegnati.

Lui è un sindaco conservatore, di destra, che si sta ricandidando per la terza volta nella sua piccola comunità – una cittadina del nord della Francia, a ricoprire la massima carica istituzionale. Come tutti i bravi conservatori riassume in se tutti gli stereotipi del genere: omofobico, transfobico, sottilmente razzista e diffidente nei confronti di qualsiasi diversità/innovazione, che sia la tecnologia, i social, il rapporto con i media non fa la differenza; “naturalmente” paternalista e/o patriarca nel rapporto con la moglie, che è l’elemento scatenante del racconto, prima la rifiuterà radicalmente per poi accettarla e farsi alla fine accettare a sua volta.

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Star System

Erec et Enide – Codice francese del 1376 da https://gallica.bnf.fr/

Se un esponente pluri milionario dello Star System nazionale diventa, anche solo per un giorno – ma che giorno, il primo maggio la festa del lavoro – l’alfiere dei “valori” della sinistra politica e sindacale, tanto da ricevere “post” e commenti in alcuni casi entusiasti per le proprie dichiarazioni, allora credo che siamo in una situazione molto confusa. Prima di andare avanti sgombriamo subito il campo: non dissento dal merito delle affermazioni fatte; che il decreto di legge Zan debba essere approvato subito, senza se e senza ma, va da sé. Che poi queste dichiarazioni, fatte su un media generalista, siano state osteggiate con atteggiamenti censori da parte di chi lo gestisce non è alla fine rilevante. Non ne fa un eroe, al massimo una persona convinta delle proprie idee e consapevole delle conseguenze e degli effetti che avrebbero prodotto. Ne conosco a decine così. Non è questo il punto.

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Metrica e sardine…

dalla permanente Fondazione Prada Milano-foto mia

permanente Fondazione Prada Milano-foto mia

Mi capita di partecipare ad un laboratorio universitario sull’uso della metrica in poesia(a chi interessa gli spiego perché…) e nel corso di una lezione sulla relazione/evoluzione tra metrica classica e “moderna”, il ruolo della tradizione e le avanguardie letterarie, si è sviluppata una interessante riflessione che è scivolata al di fuori dell’ambito accademico, dalla nicchia degli “addetti” ai lavori. Dalla premessa che la letteratura, la poesia e l’arte in generale non dovrebbero godere di un regime speciale che li colloca al di fuori della realtà e delle contraddizioni della storia, … Leggi il seguito di questo post »

Avanguardie

Osservando quello che succede in questo periodo il mio pensiero è andato a quello che accadeva un secolo fa, più o meno negli stessi anni,  in Italia e in Europa in ambito culturale e artistico, nella letteratura, nella poesia, nella pittura… I primi decenni del secolo scorso furono quelli dell’affermazione delle cosiddette avanguardie, tra le quali la più importante è stata senz’altro quella dei futuristi – sorta in Italia -, che fondavano la loro forza da una parte sulla rottura radicale con qualsiasi forma di tradizione regolatrice dei codici espressivi (dalla sintassi alla figura, alle scale musicali…), dall’altra sulla acritica accettazione della contemporaneità che allora era caratterizzato dall’avvento della civiltà delle macchine – delle automobili in particolare – e dalla ossessione per la velocità, per l’idea di un progresso inarrestabile della tecnica fino all’esaltazione dell’individualismo come paradigma liberatorio dell’azione sociale.

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che fare…

Pensando a che fare la prossima domenica mi è tornato in mente questo quadro di Kiefer, che è possibile vedere all’ Hangar della Bicocca (uno spazio espositivo di Milano dedicato all’arte contemporanea), che trovo molto calzante per introdurre una riflessione sui tempi che stiamo attraversando. Nel quadro è rappresentata una figura umana al centro di una palude surreale nella quale si fatica a distinguere l’alto e il basso, ciò che è solido da quello che non lo è. Un insieme che restituisce in un’atmosfera dantesca una sensazione di rigore, rigidità, freddo. All’orizzonte, attraversato da un arcobaleno livido e grigio, si intravedono a fatica i nomi scritti in corsivo di vari filosofi della cultura tedesca. Da Engels a Marx, da Hegel a Nietzche…nomi scritti con una calligrafia incerta, appena intravista, forse per stabilire un rapporto asimmetrico tra il soggetto che li osserva o cerca di farlo e la profondità del pensiero che rappresentano. Restano così un riferimento vago, nebuloso, incerto. Non so se sto forzando l’interpretazione del quadro, se queste erano le intenzioni dell’autore ma a me ha dato il senso della precarietà, della instabilità di qualsiasi scelta possibile – che si orienti in una direzione piuttosto che nell’altra, la necessità del pensiero critico che non faccia sconti alla voglia di certezze. Leggi il seguito di questo post »

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