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Füsun Onur – once upon a time Biennale Venezia 2022

“Un uomo felice” è il titolo di un film francese uscito recentemente in Italia che “affronta” il tema della transizione di genere all’interno di una coppia con tre figli adulti e piuttosto avanti con gli anni. Metto le virgolette perché questo film si pone ad un livello molto superficiale di analisi e narrazione, sbilanciandosi più sul fronte della macchietta che della problematizzazione del tema. In ogni caso questa non è una recensione del film.

Se ne parlo non è per consigliarlo ma solo perché mi pare essere una utile cartina di tornasole di una tendenza sociale e culturale che, nella rivendicazione giusta dei propri diritti individuali, corre il rischio di farsi sfuggire questioni, perlomeno di altrettanta importanza, che hanno a fare con le condizioni materiali della vita. La trama è molto semplice: da una parte la vicenda personale che attraversa la vita della coppia di cui sopra, dall’altra la vicenda politica di una campagna elettorale nella quale i protagonisti sono a vari livelli impegnati.

Lui è un sindaco conservatore, di destra, che si sta ricandidando per la terza volta nella sua piccola comunità – una cittadina del nord della Francia, a ricoprire la massima carica istituzionale. Come tutti i bravi conservatori riassume in se tutti gli stereotipi del genere: omofobico, transfobico, sottilmente razzista e diffidente nei confronti di qualsiasi diversità/innovazione, che sia la tecnologia, i social, il rapporto con i media non fa la differenza; “naturalmente” paternalista e/o patriarca nel rapporto con la moglie, che è l’elemento scatenante del racconto, prima la rifiuterà radicalmente per poi accettarla e farsi alla fine accettare a sua volta.

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Un ricordo

Quando sono venuto a conoscenza della scomparsa di una cara amica, avvenuta qualche mese fa, ho sentito che nella vita ci sono momenti nei quali dobbiamo rassegnarci, contro ogni irrazionale abitudine che ci conduce a pensare il contrario,  che nessuna situazione o relazione o persona è un punto di riferimento immutabile e “scontato”. Nel rispetto della volontà dei suoi cari e soprattutto della sua, che se ne è andata nella massima riservatezza nonostante per anni a Varese e non solo, sia stata indiscutibilmente una persona pubblica e importante, la ricorderò senza citarla. Chi ha vissuto quella stagione politica non credo farà fatica a riconoscerla, tutti gli altri verranno a conoscenza di una bella storia e di un esempio di vita dal quale trarre forse qualche indicazione utile anche per questi tempi.

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