…ancora anticipazioni da Poliscritture

soldati

Non poteva mancare tra le riflessioni proposte nel prossimo numero della rivista, dedicato ai temi della pace e della guerra, e sulle risposte che alla guerra si possono tentare di fornire, l’approfondimento su metodi alternativi a quelli armati per la risoluzione dei conflitti. Ne ho discusso con Mao Valpiana, presidente nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa per la nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile “Azione nonviolenta”, fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui è stato segretario nazionale. In questo post vi anticipo uno stralcio della sua lunga intervista che potrete leggere integralmente nel prossimo numero.

  • Domanda: In questi anni il Movimento Nonviolento si è attivato nella Campagna “Un’altra difesa è possibile” per l’istituzione della la difesa civile non armata e nonviolenta. Che cosa si intende con questa definizione?

  • Risposta: La “difesa civile” è una difesa che viene fatta dai civili, non dai militari, che è quello che dice la Costituzione, che affida al cittadino, non al militare, il sacro dovere della difesa della patria. “Non armata” vuol dire che non usa lo strumento militare (perché c’è anche una difesa civile armata, come quella applicata da una parte della Resistenza: i partigiani erano civili che usavano le armi. Andrebbe sottolineato come si sia trattato in gran parte di una resistenza civile e non armata. Essendo i Partigiani solo una piccola percentuale, avrebbero potuto fare poco e nulla se alla base non ci fosse stata una resistenza di tipo civile e rurale). “Nonviolenta” perché usa i metodi e le tecniche della nonviolenza.

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