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Tag: democrazia

Transazioni

Füsun Onur – once upon a time Biennale Venezia 2022

“Un uomo felice” è il titolo di un film francese uscito recentemente in Italia che “affronta” il tema della transizione di genere all’interno di una coppia con tre figli adulti e piuttosto avanti con gli anni. Metto le virgolette perché questo film si pone ad un livello molto superficiale di analisi e narrazione, sbilanciandosi più sul fronte della macchietta che della problematizzazione del tema. In ogni caso questa non è una recensione del film.

Se ne parlo non è per consigliarlo ma solo perché mi pare essere una utile cartina di tornasole di una tendenza sociale e culturale che, nella rivendicazione giusta dei propri diritti individuali, corre il rischio di farsi sfuggire questioni, perlomeno di altrettanta importanza, che hanno a fare con le condizioni materiali della vita. La trama è molto semplice: da una parte la vicenda personale che attraversa la vita della coppia di cui sopra, dall’altra la vicenda politica di una campagna elettorale nella quale i protagonisti sono a vari livelli impegnati.

Lui è un sindaco conservatore, di destra, che si sta ricandidando per la terza volta nella sua piccola comunità – una cittadina del nord della Francia, a ricoprire la massima carica istituzionale. Come tutti i bravi conservatori riassume in se tutti gli stereotipi del genere: omofobico, transfobico, sottilmente razzista e diffidente nei confronti di qualsiasi diversità/innovazione, che sia la tecnologia, i social, il rapporto con i media non fa la differenza; “naturalmente” paternalista e/o patriarca nel rapporto con la moglie, che è l’elemento scatenante del racconto, prima la rifiuterà radicalmente per poi accettarla e farsi alla fine accettare a sua volta.

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Letture

Vorrei tornare a parlare di politica a partire dal merito delle cose, elemento che dovrebbe caratterizzare sempre un qualsiasi progetto di gestione democratica della cosa pubblica. Lo spunto per farlo questa volta è la lettura del libro di Michael Lowy “Ecosocialismo, una alternativa radicale alla catastrofe capitalistica” ed. Ombre Corte.

Il tema specifico del titolo non è certamente nuovo. Si ripropone infatti una questione tutt’altro che risolta nei movimenti ambientalisti, sulla quale ancora si continua a discutere, che riguarda l’intreccio tra crisi ambientale/climatica e cause socio-economiche che la determinano. Non per questo siamo davanti ad un testo importante solo per un dibattito interno tra gli addetti ai lavori, un elemento da spendere all’interno dell’arcipelago ecologista in favore di questa o quella componente.

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condivisioni e dintorni…una breve personale riflessione

Chiesa di San Nicolò – Treviso – scriba

 

Dopo averci riflettuto un po’, convinto come sono che la cultura da sola non ce la possa fare a cambiare la rotta di un paese, della società, del pianeta ma alla fine ci voglia la politica, quella brutta, sporca, cattiva e noiosa, ho cominciato a riavvicinarmi all’attività politica diretta. La prima reazione sinceramente è stata di sconcerto, come quando ad un appuntamento ti accorgi che l’orologio si è fermato, non te ne sei accorto ed ora devi correre perché sei tremendamente in ritardo. E non ti rendi bene conto neanche di quello che ti sei perso…

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Appunti fuori tempo n°1…

 

Libreria – Barbiana (Mugello)

…è evidente ai pochi che seguono questo blog che l’attualità non faccia per me…le riflessioni mordi e fuggi, stile la prima cosa che mi passa per la mente, e la loro versione ancora più sintetica dei “mi piace” da social non sono nelle mie corde. Cerco allora di stare per lo meno nella contemporaneità cogliendo gli spunti che di volta in volta attirano la mia attenzione. Questa volta l’occasione è il congresso provinciale di Milano della Cgil del mese scorso dove ho avuto modo di ascoltare la relazione di una filosofa scrittrice, Maura Gancitano, sul tema “L’Italia al tempo dei social media”.

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che fare…

Pensando a che fare la prossima domenica mi è tornato in mente questo quadro di Kiefer, che è possibile vedere all’ Hangar della Bicocca (uno spazio espositivo di Milano dedicato all’arte contemporanea), che trovo molto calzante per introdurre una riflessione sui tempi che stiamo attraversando. Nel quadro è rappresentata una figura umana al centro di una palude surreale nella quale si fatica a distinguere l’alto e il basso, ciò che è solido da quello che non lo è. Un insieme che restituisce in un’atmosfera dantesca una sensazione di rigore, rigidità, freddo. All’orizzonte, attraversato da un arcobaleno livido e grigio, si intravedono a fatica i nomi scritti in corsivo di vari filosofi della cultura tedesca. Da Engels a Marx, da Hegel a Nietzche…nomi scritti con una calligrafia incerta, appena intravista, forse per stabilire un rapporto asimmetrico tra il soggetto che li osserva o cerca di farlo e la profondità del pensiero che rappresentano. Restano così un riferimento vago, nebuloso, incerto. Non so se sto forzando l’interpretazione del quadro, se queste erano le intenzioni dell’autore ma a me ha dato il senso della precarietà, della instabilità di qualsiasi scelta possibile – che si orienti in una direzione piuttosto che nell’altra, la necessità del pensiero critico che non faccia sconti alla voglia di certezze. Leggi il seguito di questo post »

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