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8^ Edizione Premio Nazionale Editoriale di Poesia – Arcipelago Itaca Edizioni

Paul Klee – il castello e il sole

Sapere che le proprie poesie sono apprezzate in contesti diversi da quelli amicali, da parte di persone che non conosco e non conoscono me, è sempre stato un elemento importante e motivatore. Per questo ogni tanto partecipo a qualche concorso di poesia, selezionando tra quelli che mi sembrano per composizione della giuria, organizzazione e articolazione delle sezioni più interessanti di altri (ce ne sono veramente tantissimi, forse uno al giorno a contarli tutti, e anche su questo ci sarebbe da riflettere). Ho deciso così di mandare una raccolta di poesie al premio nazionale di poesia promosso dalla casa editrice “Arcipelago Itaca” .

Sono così risultato tra i “finalisti” come risulta dagli esiti del lavoro della giuria:  vincitori_8a_ediz._premio.

Avrei avuto piacere di conoscerne le motivazioni ma questa possibilità è riservata dal regolamento del premio solo ai “vincitori”. Ne prendo atto ma mi spiace perché la recensione critica su un opera è importante. La raccolta che ho inviato è di fatto una sistemazione dei lavori già pubblicati in questo blog ai quali ho cercato di dare un filo conduttore denominandola “Rumori di fondo”. I “Rumori di fondo” alludono alla “materia” nella quale viviamo immersi senza esserne per la maggior parte del tempo consapevoli, come capita con l’acqua per i pesci secondo il famoso racconto zen; la chiamo materia e non suono perchè, sperimentata nello scorrere della quotidianità, plasma la nostra vita, ne fa un oggetto indecifrabile e alla fine incomprensibile, determina la nostra storia collettiva, orienta la politica nel gioco dei silenzi e non detti. Se invece questi rumori riusciamo a percepirli, a far si che si stacchino dal fondo, allora possiamo reagire e pensare che ci possono essere altre possibilità, altre storie, politicamente più giuste.

Senza titolo 2021

non c’è da parlare a questa nazione
non c’è la stoffa non c’è una pancia
da ascoltare
il sogno non è reale il fumo
non migliora 	fa male – continua greve
a bruciare l’aria
è possibile aprire l’acqua - da bere schivare le frane
essere contenti delle distorsioni
dei lividi slogati 	delle ginocchia senza occhiali – 
volano gli stracci da est da ovest
riusciamo ad aprire le ante infilare
gli anelli per pensare 		e bestemmiarsi 
addosso sul sistema decimale gli almanacchi
delle svolte dei tornanti i bagagli
da finire - ridere del ridicolo - dei best-seller di come vanno le cose
come tornano in gola come contano i progetti
lasciamo le ante aperte – facciamo pane
non si capisce quello che accade altri
lo capiranno forse figli e nipoti gli animali
ecco la tara di chi sopravvive la rivoluzione dei sonetti.

ho preso nota

Sardegna - rocce

Sardegna – rocce

Anche oggi si muore     ho preso nota
ma non ricordo come
accada tutti i giorni
sommessamente senza data
sempre la stessa e come
accada senza ira
lungo rive mediterranee
per recessione per piano industriale
per sviluppo economia militare

mentre noi qui ad aspettare al massimo
l’acqua che sale tra le fessure
per girarsi l’orlo dei pantaloni
e forse non serve     che qui non arriva
ne trincea ne guerra di Dio
basta mettere la prima
uscire                           andare via

Levatrici

 

Chiyeko Higashiyama nel Film “Viaggio a Tokyo” 1953 di Yasujiro Ozu

 

Levatrice di se stessa
stelo inconsapevole                 da madre a cenere
da radice a cielo                      spina neo
che si insinua                    restare sveglio senza     
scosse continuare metamorfosi
vivere senza un battito che
ti perdoni

Non la luce di un film è una carezza
ne acqua ti lascia andare mentre
ogni sospiro che fai è un figlio
che non c’è o quello che
non ti riconosce più

e non impari da madre in padre
che quello che scorre                il sangue
non è più quello che pensi
è diventato altro

a natale non so quello che faremo

 

 

il senso della letteratura…

dfwc-podium-edrantscom

David Foster Wallace, immagine tratta dal sito http://viz.dwrl.utexas.edu

Il senso della letteratura…è una bella domanda alla quale non sono certo in grado di rispondere ma stimolato da un incontro fortuito avvenuto in rete, abbozzo una semplice riflessione. L’incontro è con David Foster Wallace che ho ritrovato  in questo post a lui  dedicato, autore fondamentale per la mia “formazione”, soprattutto per la sua opera saggistica. Lo ammetto, i suoi testi principali quali “La scopa del sistema” e “Infinite gest” mi attendono con le loro migliaia e migliaia di pagine sugli scaffali della libreria e per questo probabilmente sto perdendo il meglio della sua opera. Forse questa mia conoscenza ancora parziale vizia il giudizio ma, comunque stiano le cose, DFW resta un punto di riferimento.

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