ITEMPIEIVERSI

Mese: aprile, 2023

Suoni di fondo – la Radio Uabab

Radio “Irradio” proprietà di famiglia anni 50.

Chi segue questo blog sa che da tempo la mia ricerca è focalizzata su quello che chiamo i “rumori di fondo” che accompagnano la nostra quotidianeità. Rumori molto silenzosi, come il traffico di una città di cui non ci si accorge più della sua presenza, ma che allo stesso tempo fa si che ci si adatti all’inquinamento che produce e allargando l’esempio alla guerra poco fuori casa, allo sfruttamento del capitale, alle macro ingiustizie dell’economia ecc.

Allo stesso tempo oltre a guardarmi in giro e leggere, spesso ascolto musica senza esserne esperto e senza conoscerla, come fa la stragrande maggioranza delle persone ma, come per molte altre della mia generazione (gli anni 60), la musica è stata parte importante della mia formazione personale. Da sempre la ascolto, dal 45 giri al mp3 e quando è possibile dal vivo: per ragioni anagrafiche la mia iniziazione si è consumata con il cantautorato italiano, Guccini e De André su tutti, e poi il jazz di Charlie Parker, Monk, Zawinul e Trovesi e Fresu per stare in Italia; Il rock di Lou Reed, Velvet underground, Nico, i primi U2 e Bob Dylan, PFM, Banco, Area…la musica indipendente…

Con gli anni ho compreso che anche la musica come tutte le arti si distingue tra quella che si sente con la pancia e quella che si ascolta con le orecchie e con la mente e che, forse più di altri prodotti dell’industria culturale, ad orientarne i consumi sono le regole e le proposte del mercato. Per questo ho sempre cercato situazioni, canali, riviste, radio e trasmissioni che mi facessero incontrare proposte nuove e intelligenti.

Frequentando trasmissioni storiche come Battiti di Radio 3, siti come aplacetobe di Paola de Angelis, ho incontrato la radio Uabab, curata da Borguez. Radio Uabab è una web radio che settimanalmente propone l’ascolto di brani musicali attinti dai vari generi della contemporaneità, il cui filo rosso mi è apparso essere la ricerca e la tensione degli autori alla comunicazione e alla riflessione sulla realtà di un mondo sempre più dolente. Se esistono i rumori di fondo, ecco, questa Radio ne trasmette il suono e per questo ho voluto saperne di più…

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Transazioni

Füsun Onur – once upon a time Biennale Venezia 2022

“Un uomo felice” è il titolo di un film francese uscito recentemente in Italia che “affronta” il tema della transizione di genere all’interno di una coppia con tre figli adulti e piuttosto avanti con gli anni. Metto le virgolette perché questo film si pone ad un livello molto superficiale di analisi e narrazione, sbilanciandosi più sul fronte della macchietta che della problematizzazione del tema. In ogni caso questa non è una recensione del film.

Se ne parlo non è per consigliarlo ma solo perché mi pare essere una utile cartina di tornasole di una tendenza sociale e culturale che, nella rivendicazione giusta dei propri diritti individuali, corre il rischio di farsi sfuggire questioni, perlomeno di altrettanta importanza, che hanno a fare con le condizioni materiali della vita. La trama è molto semplice: da una parte la vicenda personale che attraversa la vita della coppia di cui sopra, dall’altra la vicenda politica di una campagna elettorale nella quale i protagonisti sono a vari livelli impegnati.

Lui è un sindaco conservatore, di destra, che si sta ricandidando per la terza volta nella sua piccola comunità – una cittadina del nord della Francia, a ricoprire la massima carica istituzionale. Come tutti i bravi conservatori riassume in se tutti gli stereotipi del genere: omofobico, transfobico, sottilmente razzista e diffidente nei confronti di qualsiasi diversità/innovazione, che sia la tecnologia, i social, il rapporto con i media non fa la differenza; “naturalmente” paternalista e/o patriarca nel rapporto con la moglie, che è l’elemento scatenante del racconto, prima la rifiuterà radicalmente per poi accettarla e farsi alla fine accettare a sua volta.

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