Un ricordo

di luca chiarei

Quando sono venuto a conoscenza della scomparsa di una cara amica, avvenuta qualche mese fa, ho sentito che nella vita ci sono momenti nei quali dobbiamo rassegnarci, contro ogni irrazionale abitudine che ci conduce a pensare il contrario,  che nessuna situazione o relazione o persona è un punto di riferimento immutabile e “scontato”. Nel rispetto della volontà dei suoi cari e soprattutto della sua, che se ne è andata nella massima riservatezza nonostante per anni a Varese e non solo, sia stata indiscutibilmente una persona pubblica e importante, la ricorderò senza citarla. Chi ha vissuto quella stagione politica non credo farà fatica a riconoscerla, tutti gli altri verranno a conoscenza di una bella storia e di un esempio di vita dal quale trarre forse qualche indicazione utile anche per questi tempi.

Ho avuto la fortuna di affiancarla nel periodo in cui è stata Consigliera comunale dei Verdi a Varese per 8 anni (prima elezione nel 1993) e nella mia formazione alla vita politica adulta è stata una figura determinante. È stata la persona che mi ha insegnato a tradurre la volontà di cambiamento e la sensibilità ecologista nella prassi quotidiana, a dare corpo allo slogan dei Verdi di quegli anni “pensa globalmente, agisci localmente”. E’ stata la donna che insieme ad altre mi ha fatto capire il pensiero della differenza tra i generi e la portata dirompente del femminismo. Una amica trasparente e sincera che rifuggiva dai bizantinismi e ipocrisie nelle relazioni interpersonali come in quelle della politica.
Con lei ho vissuto la stagione politica immediatamente successiva a “Mani Pulite”, la cosiddetta seconda repubblica, che portò alla formazione nella città di Varese della prima giunta “monocolore” leghista alla guida di un capoluogo di provincia. Una Lega profondamente diversa da quella che oggi conosciamo ma che già in quegli anni conteneva tutti i semi xenofobi e sovranisti che si sarebbero sviluppati successivamente. Anche allora alcuni, anche a sinistra e anche nei Verdi, erano tentati dal successo elettorale leghista e disponibili a salire sul carro dei vincitori per una possibile collaborazione amministrativa con la lega. Lei non ebbe la minima esitazione a respingere queste sirene collocandosi all’opposizione, anche a costo di una aspra conflittualità interna al gruppo locale verde di allora, che ci portò, come poi è successo tante altre volte nella nostra storia, ad una scissione.
A distanza di così tanti anni mi sento di rivendicare che questa sua scelta, pienamente condivisa nel mio ruolo di coordinatore dei Verdi cittadini, sia stata quanto di più lungimirante si potesse fare allora, e non solo per i Verdi.
Ma al di la degli schieramenti per lei la politica era principalmente preparazione, studio, approfondimento scientifico dei temi e degli argomenti, mai improvvisazione o facile ricerca del consenso. Ho ancora il piacevole ricordo di quando organizzammo una conferenza con Alex Langer a Varese, purtroppo boicottata da una settimana invernale di pioggia costante e dalla indifferenza delle forze politiche della città che non seppero cogliere un’occasione irripetibile. Langer in quella occasione come al solito non si risparmiò proponendoci una riflessione su quello che allora definiva lo sganciamento morbido dalla società dei consumi, come se stesse parlando al Parlamento Europeo in seduta plenaria e non davanti a 10 persone in una sala di provincia. Mi spiace e addolora che poi le vicende personali ci abbiano allontanato e fatto perdere di vista. Non mi perdono l’avere rinviato la possibilità di un nuovo incontro, che ora non è più possibile. Sarà possibile invece conservare ora e in futuro il suo ricordo e la lezione di vita che la sua amicizia mi ha regalato.