dal vetro
di luca chiarei

Regent’s Park, Londra
Dal vetro dorme un giardino
con occhi afosi ci guarda
e nel silenzio bianco cadono
quasi parole dal piano di sopra
– volumealminimo – da quello
sopra ancora da quello
ancora da fare
parole incomprensibili e verdi come
aria dove niente succede
un area dove è l’universo
il retrobottega dietro ai muri
di cinta dove il fumo
fa perimetro rallenta l’attesa
della storia – avanza tra l’erba
la compagnia del caso
…”Dal vetro dorme un giardiano”, mi piace molto immaginare un mondo verde sprigionato da un vetro, che si fa ovattato e silenzioso, uno spazio protetto infine…”…rallenta l’attesa/ della storia”. Un cantuccio di pace
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Grazie Annamaria. In effetti hai colto il senso di quello che volevo esprimere con una piccola precisazione: sono stato colpito da quei piccoli luoghi, che attraversiamo quotidianamente, nei quali non accade niente…direi non tanto luoghi di pace ma luoghi senza eventi al confine di altri che invece dagli eventi sono attraversati…
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Ricordando altre tue, trovo questa poesia più discorsiva. MI chiedo se visivamente non meriti una diversa disposizione degli a capo. Comunque complimenti.
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Grazie Lucio, in effetti gli “a capo” è stata la parte più complessa di questa poesia. Alla fine il risultato finale mi è sembrato quello che rendeva meglio il senso di quanto volevo esprimere…non è detto che nel tempo cambino ancora…
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