Ricordo
di luca chiarei
L’altro giorno è morto Pietro Pinna, primo obiettore di coscienza al servizio militare nel 1948, che ho avuto modo di conoscere e frequentare per anni, una tra le figure importanti per la mia formazione umana e politica. Lo ricordo con una riflessione che ho scritto a commento della notizia pubblicata sul sito di Azione Nonviolenta
…ciao Luca, pensa che, a proposito di Pietro Pinna, volevo inviarti uno scritto trovato in internet che riferiva come nel lontano settembre 1949 sul settimanale “Crimen”( una rivista di criminologia e polizia scientifica, ma che in realtà indugiava su fatti di cronaca scandalistica) apparve un articolo sull’obiettore di coscienza Pietro Pinna…Mi ha colpito sapere , certo una pagina di costume, che meno di settanta anni fa schierarsi contro l’uso delle armi fosse considerato dalla legge e dall’opinione pubblica alla stregua di un crimine, visto che costò a Pietro Pinna incarcerazioni e processi. Inoltre ho letto con piacere che tra i suoi avvocati difensori ci fu Agostino Buda, il mio validissimo professore di Filosofia presso l’Istituto Magistrale di Lodi. Provo ad inviartelo in posta…
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Ti ringrazio Annamaria, e interessante la coincidenza con il tuo professore di Filosofia. Comunque fino alla legge del 1972 che legalizzò l’obiezione di coscienza al servizio militare quello che capitò a Pinna capitava a tutti coloro che assumevano quella posizione. Un secolo fa, vero…ma a pensarci bene non è passato neanche tanto tempo.
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