ITEMPIEIVERSI

Mese: aprile, 2016

Ricordo

L’altro giorno è morto Pietro Pinna, primo obiettore di coscienza al servizio militare nel 1948, che ho avuto modo di conoscere e frequentare per anni, una tra le figure importanti per la mia formazione umana e politica. Lo ricordo con una riflessione che ho scritto a commento della notizia pubblicata sul sito di Azione Nonviolenta

Segnalazione

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di Lucio Mayoor Tosi – dal blog Poliscritture

Dal 9 al 27 aprile 2016 Via Natta, 18, 22100 Como CO, Italy

mostra di Lucio Mayoor Tosi.

Apprezzo molto le poesie dell’amico Lucio che seguo con continuità sul suo blog, che giudico tra le migliori, sia per il loro accarezzare la prosa senza perdere lo scarto emotivo dalla razionalità, sia per la loro apparente astrattezza intrisa di quotidianità e consapevolezza anche politica della deriva dei tempi presenti. Non lo conosco invece come pittore, se non per quello che lui stesso scrive al link a cui rimando, ma è con queste motivazioni, per capire la traduzione nel campo figurativo della sua sensibilità, che andrò a vedere la sua mostra.

Domenica prossima…

Un gufo strizza l’occhio nell’ombra
una lucertola si alza sulla punta delle zampe
la gola palpitante
le balene si girano lucenti
si immergono
cantano e di nuovo emergono
fluenti come pianeti che respirano
nelle spire scintillanti
della luce viva

Gary Snyder da “Madre Terra, le sue balene”
‘L’isola della tartaruga’ ed. Stampa alternativa

…nel silenzio pressoché totale degli organi di informazione di massa, si terrà il referendum sulla questione, per semplificare, delle trivellazioni petrolifere. Io andrò a votare, voterò per il si e invito tutti a fare altrettanto. Lo dico perché credo che la scrittura e la poesia si debbano intrecciare con la vita quotidiana, non restarne di lato: le sensibilità ambientali dai versi e dalle rime si devono tradurre in scelte concrete, di parte e assunzione di responsabilità.

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Sul confine

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            Ernesto Treccani-Popolo di volti- da http://www.settemuse.it

 

Sul confine è tutto fermo nessuno
si muove si gira dal collo
al cielo per guardare quello che non
accade

Su quella linea è fila transumana
che spinge dentro dove
tutti aspettano sporchi e stanno come
anche quelli fuori su quel filo

sanguinolento dove     finisce il continente
tra fango e tosse
di dichiarazioni     fumo
plastico
che respirano i bambini

Idomeni io non lo so dov’è
so che da li si torna senza
esserci arrivati                e
non sento voci ma catarro
in fondo un languore     di schermo
in un bar nell’ora di cena

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